Malignani, lo storico Fiat G-91 riconsegnato all’Aeronautica Militare

Ha fatto compagnia a generazioni di studenti di costruzioni aeronautiche, accompagnando il loro percorso con la sua consueta tacita presenza, in un hangar pieno di velivoli che hanno segnato la storia.

A poche settimane dell’addio al Beechcraft C-45 Expeditor, il Malignani di Udine, storico istituto aeronautico rinomato in tutta Italia, saluta anche il Fiat G-91R MM6272, che dopo oltre 35 anni tra gli studenti torna nelle mani dell’Aeronautica Militare Italiana.

Una storia, quella di questo G-91, che lo ha visto partecipe e protagonista in diversi reparti di punta della Forza Armata, fin dal 1960.

Torniamo però qualche anno indietro, scoprendo la storia del velivolo G91, la nascita del progetto e le sue caratteristiche.

Siamo nel 1953, la fine della seconda guerra mondiale e l’utilizzo sempre più numeroso dalle forze armate mondiali di velivoli jet, porta la NATO ad indire un concorso per un nuovo velivolo leggero per l’attacco al suolo. Un cacciabombardiere capace di supportare le truppe di terra.

Tra le vare aziende partecipanti a questo concorso c’è la Fiat Aviazione, con il velivolo Fiat G-91, monomotore ad ala bassa a freccia con struttura in lega leggera, frutto della mente del geniale progettista Giuseppe Gabrielli.

Fu proprio questo velivolo, tutto italiano, a guadagnarsi nel 1958 il primo posto al concorso NATO.

Nello stesso anno furono consegnati all’Aeronautica Militare i primi G91 preserie, assegnati al 103° Gruppo della 5^ Aerobrigata di Rimini e testati presso il Reparto Sperimentale Volo di Pratica di Mare. I risultati furono più che soddisfacenti, tanto che il G91 risultò perfino capace di operare su campi semipreparati ed erbosi. Nel 1959 iniziarono le consegne dei velivoli di serie dell’Aeronautica Militare. Fu scelta la versione R/1, poco dissimile dal preserie fatta eccezione per il caratteristico “musetto fotografico”, che andò ad equipaggiare il Reparto CTRL (Caccia Tattico Ricognitore Leggero) della 51^ Aerobrigata e quindi il 2° Stormo Caccia Tattici Leggeri di Treviso (14° Gruppo Intercettori e 103° Gruppo Caccia Tattici Leggeri) ed il ricostituito 32° Stormo di Brindisi.


L’Aeronautica Militare Italiana, che negli anni utilizzò 241 esemplari di G-91, disponeva di 4 principali versioni del velivolo:

FIAT G-91 R, versione dotata di apparato fotografico e utilizzata in missioni di ricognizione. Il G-91 del Malignani è una versione R, nello specifico R1

FIAT G-91 T, versione biposto da addestramento

FIAT G-91 Y, variante bimotore, frutto di diverse migliorie e aggiornamenti del progetto iniziale

FIAT G-91 PAN, versione per l’utilizzo nella Pattuglia Acrobatica Nazionale, opportunamente modificati, privati della dotazione bellica e provvisti di impianti fumogeni. I G91 PAN rimasero in servizio nelle Frecce Tricolori dal 1963 al 1982.

La storia del FIAT G-91 MM6272

Secondo una ricostruzione della vita operativa presso i reparti, avvenuta grazie ad avvistamenti da parte di spotter e appassionati, risulta che dopo la prima assegnazione presso il 5° Stormo nel 1960, il velivolo operò presso il 51 Stormo, con numeri di carrozzella 51-272, continuando poi presso il 2° Stormo di Treviso Sant’Angelo con codici 2-272, 2-25, 2-60, 2-70 e l’attuale 2-31.

Il G91 del Malignani quando era operativo presso il 2°Stormo – foto Tamburini

In questi anni partecipò a diverse attività degne di nota, come il 50° Anniversario della costituzione del 2° Stormo (07/09/1975) e il ventennale dall’assegnazione del G.91 (22/09/1978), date celebri per il reparto e delle quali gli appassionati hanno ancora nei ricordi le celebri formazioni composte da molti velivoli.

Dal suo arrivo presso il Malignani di Udine, avvenuto il 19 settembre 1985, questo G-91 è servito agli studenti per esercitarsi e fare pratica soprattutto sugli impianti di bordo, in quanto questo velivolo – già uno tra quelli meglio conservati del nostro Paese, anche grazie alle cure ricevute all’interno dell’Istituto che lo ha ospitato – ha la peculiarità di avere diversi impianti funzionanti, come quello idraulico e parte di quello elettrico.

Le classi diplomatesi nel 2020 – tra cui quella di cui facevo parte, la 5 AER D – sono state le ultime ad avere il privilegio di sedersi nel cockpit acceso ed estendere aerofreni, carrello e flap, dopo essersi chiusi nella cabina abbassando il tettuccio con l’apposito comando. Il tutto al fine di redigere una relazione tecnica analizzando tempi, funzionamento, pressioni di utilizzo e caratteristiche degli impianti. Credo non serva dire che noi ragazzi eravamo entusiasti, finalmente operavamo praticamente in autonomia su un aereo militare che, motore a parte, era funzionante.

Cinture allacciate, tettuccio chiuso e bloccato, flap tu T/O, orizzonte artificiale calibrato…per un attimo mi dimenticavo di essere a scuola e le parole del professore di costruzioni aeronautiche, riguardanti la prova che si stava svolgendo, scivolavano sul blindovetro. Mi ritrovavo per un attimo catapultato con la mente negli anni ’80, sognando di decollare da Treviso per poi sfrecciare a bassa quota tra le Dolomiti e la pianura veneta, come nelle avventure presenti sui libri e nei racconti di piloti che hanno passato migliaia di ore in questa cabina stretta, ancora piena di brakers e strumenti analogici, non toccata dal progresso tecnologico e aeronautico…ma stupenda.

Sono molti gli studenti passati per questo hangar in questi ultimi 35 anni e sono certo che sono in molti a farsi le stesse domande…cosa arriverà adesso nell’Hangar del Malignani? Dove finirà il G91 MM6272?

Lo abbiamo chiesto al Prof. Mauro Fasano, direttore della sezione aeronautica dell’ITI Malignani di Udine

Il G91 ha fatto compagnia a generazioni di studenti, ma per una formazione moderna dobbiamo far spazio in hangar a velivoli che consentano lo studio di tecnologie più recenti, come quelle relative all’avionica – afferma il Prof Mauro Fasano – abbiamo quindi effettuato un vero e proprio scambio con l’Aeronautica Militare, che ci aveva ceduto il G-91. A brevissimo, a seguito della firma dell’accordo, avvenuta tra il dirigente scolastico Andrea Carletti e il Col. Roberto Lolli, Direttore del 3° RMAA di Treviso in data 8.03.2021, arriverà in Istituto un velivolo AMX, unitamente a molte attrezzature di terra, che seppur non sia di ultimissima generazione è un grande passo in avanti per la formazione degli studenti, formazione che ricordo essere indirizzata all’ottenimento della licenza LMA, con diversi moduli già svolti nel corso del triennio.

A quanto sappiamo il C45, così come il G91, saranno destinati a Piacenza, per essere restaurati – continua il Prof. Fasano – qui a scuola sono stati conservati gelosamente e con cura da studenti, professori e assistenti tecnici, ma sono certo che nonostante vederli andare via sia un dispiacere, la soddisfazione più grande per tutti noi sarebbe vederli tornare a volare. E chissà che il loro futuro non sia questo, magari per il centenario dell’Aeronautica Militare che si terrà nel 2023.

Una delegazione dell’Istituto e della sezione AER durante l’addio del C45

Considerando lo stato conservativo di questo e degli altri due velivoli presso il Malignani di Udine, in accordo con l’amico fotografo Vito Cecchetto, ho creato una pagina di questo sito dedicata esclusivamente all’Hangar del Malignani.

Potete visitarla cliccando sulla foto qui sotto, troverete una raccolta fotografica realizzata professionalmente per AM3C, MB-326, AB-47, G-91 e C-45.

© Aviohub – Luca Ocretti

Fotografie Vito Cecchetto – Luca Ocretti

Si ringraziano per i contributi Giovanni Roli Tonini, Roberto Tamburini, e i professori Mauro Fasano e Alessandro Tonutto. Fonte storica assegnazione ai reparti generica G91 – www.aeronautica.difesa.it

Author: Luca Ocretti

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