Intervista al Magg. Di Leva, comandante dell’83° Gruppo CSAR dell’Aeronautica Militare

Magg. Di Leva

A seguito della nostra visita al 15° Stormo dell’Aeronautica Militare Italiana, abbiamo intervistato il Magg. Di Leva, comandante dell’83° Gruppo CSAR.

Il 15° Stormo, diviso in 6 gruppi volo, ha come primaria missione quella di recuperare gli equipaggi in difficoltà, sia in tempo di pace (S.A.R. – Search & Rescue, ossia Ricerca e soccorso), che in tempo di crisi ed in operazioni fuori dai confini nazionali (C.S.A.R. – Combat S.A.R.).

Lo Stormo concorre inoltre, in caso di gravi calamità, ad attività di pubblica utilità, quali la ricerca di dispersi in mare o in montagna, il trasporto sanitario d’urgenza di ammalati in pericolo di vita ed il soccorso di traumatizzati gravi. Tra le capacità di Trasporto Sanitario d’urgenza che contraddistinguono lo Stormo, vi è anche quella del trasporto in modalità bio-contenimento, grazie alla quale sono stati effettuati diversi trasporti di pazienti affetti da Covid SARS-2.

Non solo SAR/CSAR, tra i compiti principali del 15° Stormo non vanno dimenticati il supporto nelle operazioni di Antincendio Boschivo e l’attività di SMI – Slow Mover Interceptor, consistente nell’intercettazione di velivoli a basse prestazioni.

Scopriamo qualcosa in più parlando con il Magg. Di Leva, comandante dell’83° Gruppo CSAR e capo equipaggio in occasione del nostro volo a Cervia. Per leggere il reportage del nostro volo e scoprire nel dettaglio cosa caratterizza il 15° Stormo e gli aeromobili in dotazione clicca qui

Magg. Di Leva, inizio ringraziandola per la disponibilità e l’accoglienza al Gruppo. Come ho raccontato nell’articolo Cervia è, insieme a Trapani (82º Centro CSAR), Gioia del Colle (84º Centro CSAR), Pratica di Mare (85º Centro CSAR) e Decimomannu (80º Centro CSAR) una delle basi del 15° Stormo, con elicotteri HH-139 pronti ad intervenire giorno e notte, 365 giorni all’anno, qualora ci siano persone in imminente pericolo di vita. Ci racconta nella pratica come avviene un intervento di soccorso e le varie fasi che lo precedono? 

L’attività di ricerca e soccorso in Italia, nonché la prontezza degli assetti dell’Aeronautica Militare, è gestita dal COA (Comando Operazioni Aerospaziali) con sede a Poggio Renatico (FE). Il COA elabora i task in arrivo dal RCC (Rescue Coordination Center), ente preposto al coordinamento tra i vari enti deputati al soccorso nazionale. 

Qualora vi fosse un allarme reale, un cosiddetto “esecutivo”, il RCC inoltra la richiesta per l’invio di uno o più assetti del 15° Stormo, per tramite del COA, direttamente alla nostra sala operativa, il BOC (Base Coordination Centre); Qui, i nostri operatori, in servizio h24, raccolgono le informazioni essenziali per l’equipaggio e pre allertano i due piloti, gli operatori di bordo, l’aerosoccorritore e la linea volo. I piloti si recano fisicamente al BOC per ricevere il task e, in base alle informazioni ricevute, pianificano la missione di soccorso. In queste fasi talune informazioni sono cruciali: distanze, tempi, quote, meteo, numero di persone da soccorrere, località e orario (mare o terra, giorno o notte); la variazione di anche una sola di queste info può determinare un cambio radicale della missione da pianificare da parte dell’equipaggio. 

L’attività di ricerca e soccorso si svolge spesso in coordinamento diretto con gli altri enti presenti sul territorio (Prefettura, autorità locali, Vigili del Fuoco, Soccorso Alpino,…) al fine di massimizzare le probabilità di riuscita della missione. Al ritrovamento di una persona in difficoltà, corrisponde un’azione di soccorso che può tradursi nella messa in sicurezza e stabilizzazione della stessa con tecniche di primo soccorso da parte dell’aerosoccorritore (con ausilio di barella, cesta, o semplice imbrago) e conseguente recupero con verricello da parte dell’operatore di bordo. La persona recuperata viene poi trasportata al più vicino presidio ospedaliero o comunque affidata alle cure del 118.

In quanto tempo si passa dalla richiesta d’intervento al decollo dell’elicottero verso la zona di operazioni? 

Il 15° Stormo opera dal lunedì al venerdì dalle 08.00L alle 20.00L in prontezza di 60’ (dall’arrivo del task al decollo) e in prontezza di 120’ dalle 20.00L alle 08.00L, con equipaggio e tecnici in servizio h24 sul sedime aeroportuale. Il sabato e la domenica e /o festivi, due equipaggi e corrispettivi tecnici di linea sono reperibili h24 e la prontezza operativa è garantita in 120’.

Nell’arco dei giorni lavorativi è possibile abbassare la prontezza d’allarme in 30’ su richiesta di pre-allertamento da parte del COA.

Ricordiamo che il 15° Stormo non è solo Ricerca e Soccorso, tra i vostri compiti c’è infatti l’attività di Slow Mover Interceptor (SMI) e il supporto all’attività di antincendio boschivo. Facendo specifico riferimento all’attività SMI, come è caratterizzata una missione di quel tipo e come varia l’equipaggio di bordo? 

L’attività SMI è la più recente acquisita dallo Stormo ed è una peculiarità. Essa nasce dalla necessità di intercettare alcuni aeromobili che, volando a velocità relativamente basse, non possono essere ingaggiati dai velivoli ad alte prestazioni come i caccia. In tale contesto subentra l’elicottero, che si presta come mezzo ideale potendo arrivare a velocità pari a zero e, pertanto, in grado di intercettare questo genere di potenziali pericoli. In una missione SMI, vengono applicate le tecniche e procedure previste dalle regole dell’aria e dal diritto internazionale, al fine di bloccare una potenziale minaccia nel modo più efficace possibile.

Qualora un aeromobile dovesse perdere la capacità di comunicare con gli enti del controllo a terra o andasse fuori rotta, l’attività di intercettamento si conclude con una semplice “scorta” dell’aeromobile in difficoltà fino al suolo o al di fuori dallo spazio aereo nazionale. Nel caso in cui, invece, si verificasse una reale  minaccia per la sicurezza nazionale, i nostri elicotteri, allestiti per lo SMI, prevedono, a bordo, tra i componenti dell’equipaggio, anche la presenza di un aerosoccorritore armato con fucile d’assalto, pronto per un eventuale intervento. 

HH-139B dell’83° Gruppo C-SAR – fotografia realizzata in occasione del nostro volo a Cervia

Lei ha vissuto l’HH-3F prima e l’HH-139 ora, con un salto tecnologico e prestazionale notevole. Noi oggi abbiamo volato con l’HH-139 nella versione Bravo: in termini operativi, cosa caratterizza questa nuova versione e quanto i nuovi sistemi aiutano nello svolgimento dei compiti peculiari del 15° Stormo?

In generale, il salto tecnologico che c’è stato tra i mezzi precedentemente in servizio al 15° Stormo (dall’HH-3F all’AB-212) e gli HH-139 nelle versioni A e B è abissale. Oggi possiamo contare su un’avionica integrata di 4^ generazione, sistemi di navigazione all’avanguardia, mezzi di ricerca sempre più precisi ed efficaci.

Tuttavia, se da un lato l’attività prettamente fisica si è ridotto drasticamente per l’equipaggio, a favore di un minore stress nella parte prettamente rivolta al pilotaggio, dall’altro è richiesta un’altissima specializzazione nel saper utilizzare questi sistemi complessi. La continua implementazione di tecnologie innovative dei sistemi operativi dei nostri elicotteri è ormai diventata imprescindibile per ottenere risultati di rilievo nell’espletamento delle nostre attività d’istituto. Ciò, però, prevede un costante aggiornamento e formazione da parte dei nostri equipaggi per l’utilizzo di questi sofisticati sistemi. Chiaramente lo sviluppo tecnologico dei sistemi di bordo restano sempre complementari all’abilità e alla bravura del pilota nella buona condotta delle missioni.

Abbiamo visto che l’equipaggio standard in una missione SAR è composto da Pilota, Copilota, Operatore di Bordo e Aerosoccorritore, quest’ultima figura con una preparazione polivalente che spazia dalla sopravvivenza al primo soccorso. Qual è l’iter selettivo e addestrativo per diventare ARS (Aerosoccorritore) dell’Aeronautica Militare Italiana?

La selezione degli aerosoccorritori si svolge su base concorsuale interna alla Forza Armata e prevede il superamento di un tirocinio di due settimane durante il quale i candidati dovranno superare delle prove di acquaticità e ginnico sportive. Coloro che superano il tirocinio, svolgeranno un corso basico di aerosoccorso della durata di 100 giorni e, successivamente, uno stage della durata di 3 settimane in cui viene messa alla prova la capacità di sopravvivenza in luogo ostile.

Aerosoccorritore Aeronautica Militare
ARS pronto alla calata con il verricello durante un’attività addestrativa

Ci racconta di uno dei soccorsi da Lei effettuati che ricorda in maniera particolare, per condizioni o tipologia dell’attività?

Non potrò mai dimenticare il recupero di una ragazza francese traumatizzata a seguito di un incidente con deltaplano, a Castelluccio di Norcia. Mi è rimasto impresso il suo sguardo di riconoscenza che ho incrociato al momento del recupero e trasporto in ospedale a Perugia e il sollievo che ho provato alla successiva notizia delle sue buone condizioni di salute.

Altro intervento particolare è stato nella recente alluvione che ha colpito le Marche lo scorso settembre; nonostante le condizioni meteo complesse, eravamo l’unico assetto in volo e quindi i primi a sorvolare le zone alluvionate. In quell’occasione abbiamo recuperato un allevatore in difficoltà rimasto bloccato dallo straripamento di un fiume. Ecco, posso dire decisamente che appartenere all’Aeronautica Militare, l’essere un pilota militare del 15° Stormo, partecipare ad attività di soccorso al servizio del Paese mi rende particolarmente orgoglioso. Auguro e invito tutti i ragazzi che si avvicinano al termine del percorso di studi liceali a scoprire e avvicinarsi all’Aeronautica Militare e alla professione del pilota militare

Si ringrazia l’ufficio Stampa dell’Aeronautica Militare per aver autorizzato l’attività e il Magg. di Leva per la disponibilità.

Author: Luca Ocretti

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